martedì 21 giugno 2016

PRP: occorre una variante riparatrice di Daria Faggi dell’OTU


Riguardo all’intervento di Tommaso Tocchini, aggiungo alcune considerazioni

Il danno fatto con la consegna ai privati di territorio, prima assoggettato alla pianificazione comunale (Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico) approvando la variante per il PRP è probabilmente irrimediabile, come dimostra il dibattito aperto da Autority in porto, e oggi salvo presentazione e approvazione di una variante riparatrice, non vediamo facile neppure una riduzione del danno.
Eppure dovrebbe risultare evidente che la cerniera tra porto e città è zona strategica per la città, e mantenere il governo sul fronte del porto serve a garantire che una parte anche piccola di ricchezza prodotta dallo sviluppo della portualità, ricada sulla città.
Viceversa con l'abdicazione voluta da Rossi e ahimè subita dal sindaco, dopo un lungo e faticoso scontro di posizioni, perfino gli aumenti di flusso turistico arricchiranno solo pochi operatori, dentro la cintura doganale che si è divorata un bel pò di aree comunali.
Il nuovo piano della seconda Porta a Mare, con residenze negozi ipermercato, nell'area del terminal, dimostra che si vogliono far spendere dentro il porto i soldi dei croceristi, che poi saranno prelevati da agenzie private e accompagnati nelle città d'arte toscane, ignorando la Venezia e i borghi, la passeggiata a mare con i suoi luoghi pittoreschi da Calafuria al Sonnino, il museo Fattori, e perfino la splendida area archeologica di Piombino.
La città da molto, ma in cambio non riceve niente, poco lavoro (sequestrati i cantierini da Azimut Benetti i riparatori navali si sono dovuti spostare a Piombino) e in compenso non è previsto in variante il trasferimento del Rivellino, che permetterebbe di riqualificare e riportare all'antica bellezza (assai invidiata e decantata dagli inglesi) il disegno Buontalentiano di mura fortezze fossi e fondaci, che insieme al Mediceo costituiscono il vero capolavoro urbanistico architettonico di Livorno .
Neppure sono previsti, sul fronte del porto, i parcheggi necessari per pedonalizzare Venezia senza problemi.
In compenso si tratta il  gioiello di architettura del Sangallo, come una banale struttura per stampa e propaganda dell'azienda porto, sovrastata dall'orrido blocco cementizio che ha inglobati i vecchi silos del grano, e che oggi per remunerare i proprietari, sono eletti a esempio illustre di architettura industriale, anche se la loro presenza è semmai una sciagurata dimostrazione di quanto poco nella storia del dopoguerra di Livorno, siano contate le  opere di grandi architetti, mai adeguatamente difese dalla sopraintendenza ai monumenti. Più che errori madornali ci sembrano i segnali inequivocabili di un disinteresse totale degli operatori portuali e di Autority verso la città.
Aggiungiamo per finire che la pregiata ditta Benetti Azimut ha già messo le mani anche sul porto Mediceo, per farne un laghetto privato per i propri Yoct, archiviando di fatto un grande progetto che inglobando tutto il Mediceo, la darsena nuova e i fossi, poteva dare alla città un marina di singolare bellezza.
Ci si accontenta in cambio della rinuncia del grade progetto di tornare a promuovere un artificiale porticciolo di rifugio, un parcheggio per barche banalee senza prospettiva di ricadute economiche sulla città.
Dunque mai come adesso, caduto il polverone sollevato ad arte con l'isola che non ci sarà mai, ovvero la darsena Europa ,già ridimensionata opportunamente a meno di metà, dietro i veli si possono leggere le vere operazioni della rendita privatistica, che sono invece concrete e immediate,e tutte sul fronte del porto.
Per questo bisogna chiedere con forza agli eletti tutti, di riparare al danno compiuto, presentando il conto ad Autority e Regione: ci vuole subito una variante riparatrice per ridare ai livornesi il diritto di decidere e di godere i frutti del proprio porto.
di Daria Faggi dell’OTU.

 Livorno 23 giugno 2016