mercoledì 18 febbraio 2015

Piano Regolatore Portuale e Variante del Piano Strutturale Documento dell'Osservatorio

Osservatorio Trasformazioni Urbane
Livorno 17 febbraio 2015
Perché a Livorno per approvare il Piano Regolatore Portuale (PRP) è indispensabile una variante al Piano Strutturale (PS) , cioè allo strumento di pianificazione urbanistica del Comune?
Visto che il PS è in vigore, seppur ampiamente rimaneggiato e variato,  dal 1997,  sarebbe stato buon senso, rispetto delle istituzioni democratiche, nonché  delle indicazioni presenti  in dottrina e giurisprudenza,  ribadite nella recente legge urbanistica della Regione Toscana (Norme per il governo del territorio, L.R. 65/2014),  che il PRP si adeguasse al PS.
Nella realtà, con la Variante al PS, adottata dalla precedente Amministrazione e non ancora approvata, c’è stato uno spostamento di parte del territorio comunale, già normato, dall'ambito comunale a quello portuale, con il conseguente e inopportuno spostamento di competenze dalla autorità comunale alla autorità portuale.  Questo riguarda  l’area della Bellana, la porta a mare (area ex cantiere) e la fortezza vecchia, declassata a Terminal dentro la stazione marittima, insomma quella parte di territorio che, nell'attuale strumento urbanistico, rappresenta il cardine per la ricomposizione dell'ambito urbano con quello portuale ed è definito come SISTEMA DELLA CENTRALITÀ. Insomma la filosofia generale del piano, con la cancellazione di questo obiettivo centrale, viene completamente stravolta, trasferendo l'area dal SISTEMA INSEDIATIVO  al SISTEMA PORTUALE E DELLE ATTIVITÀ, e come ovvio, il nuovo e diverso inquadramento modifica prescrizioni e normative. pregiudicando il futuro piano di riassetto della città.
Alcuni esempi:
·        l’area ex Cantiere e Bellana passa  da area a servizi nel sistema insediativo, ad area portuale, grazie alla  variante che, contestualmente, determina modifiche all'intero impianto del PS e del Regolamento Urbanistico (RU), producendo un aumento dei vani totali da 15.300 a 17.700.
·        la nuova Stazione Marittima, che ingloba anche la Fortezza Vecchia, determina il passaggio nella tipologia commerciale da 3.500 mq a 12.500 (senza per altro nessuna indicazione su quale tipo di strutture commerciali- grandi?, medie? piccole?), il terziario passa da 20000 a 22000 mq, il turistico ricettivo da 10.000 a 11.000 mq, mentre i servizi pubblici decrescono da 76.000 a 55.000 mq. Va inoltre sottolineato che, se vogliamo salvaguardare i valori storico-artistici, la destinazione del più importante monumento architettonico della città, la Fortezza Vecchia, il cui restauro è ancora da completare, non può certo essere consegnato all’ambito portuale e tantomeno si può pensare di contaminare il capolavoro del Sangallo, usandolo impropriamente come Terminal nella Stazione Marittima.
·        Porto turistico: riaffiora come un inquietante fantasma l’indicazione della Bellana,  progetto lanciato alla fine degli anni 70, riproposto a metà degli anni 80, affondato all'epoca a grande maggioranza, mentre viene continuamente bloccata e procrastinata con miope ostruzionismo. la realizzazione del Porto Mediceo, che ha giustificato l’operazione Porta a Mare di cui doveva costituire il cuore pulsante.
Cosa ha a che vedere questo spostamento con le questioni cruciali per il porto, quali il problema degli alti fondali e della darsena Europa, la logistica, l’operatività, il trasporto merci e passeggeri su ferro, l'intermodalità, la riorganizzazione in terminal specializzati?
Interverremo con un apposito documento sui contenuti del PRP; intanto desideriamo sottolineare che appare assai grave, comunque, la scelta di rinchiudere il dibattito sul piano portuale e sulla variante  a una ristretta cerchia di operatori. Per la città il porto è, al di là delle competenze, una questione di primaria importanza  così come la destinazione delle aree di cerniera tra città e porto e dunque escludere per anni la cittadinanza dal confronto e dalla partecipazione è davvero inconcepibile. Tra l'altro nel dibattito, forse a qualcuno sarebbe tornata alla mente una promessa fatta da almeno due sindaci ai veneziani, di liberare il quartiere dal depuratore al Rivellino, in pieno centro storico, e l’opportunità di spostarlo in area portuale industriale, come auspicato dalla stessa Regione Toscana nel parere del 2012 al rapporto preliminare. Oppure sarebbe emersa la necessità, per pedonalizzare il quartiere Venezia, di reperire spazi di parcheggi oltre la cinta esterna, appena fuori piazza del Luogo Pio, oggi impropriamente ridotta a informe area ingombra di automobili.
Oggi in molti si chiedono se c’è ancora il tempo per cambiare vecchi indirizzi non più condivisi.
Il sindaco, alla luce del titolo V della costituzione, che esclude la possibilità di sostituzione di competenze tra le istituzioni, potrebbe ricorrere al Tar, chiedendo una sospensiva, anche alla luce delle leggi regionali recentemente approvate.
In effetti proprio in autunno la Toscana si è dotata di un nuovo Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) e di una nuova legislazione urbanistica, che ribadisce che i piani portuali devono rispettare gli strumenti urbanistici in vigore: a Livorno sta avvenendo esattamente l'opposto, si modifica il PS per adattarlo al PRP.
Appare necessario anche il raffronto degli strumenti, non ancora approvati, con il nuovo piano paesaggistico, onde evitare il rischio di adottare strumenti nuovi già in contrasto con la legislazione vigente, specie in mancanza di una specifica Valutazione Ambientale Strategica ( VAS) per l'area più impattante prevista: la Darsena Europa.
Dunque a nostro avviso la Giunta Comunale,  previa indicazione della volontà di procedere a un nuovo indirizzo riguardo alla pianificazione del territorio comunale e della volontà di evitare opere sovradimensionate e nuove cementificazione in mare e in città, ha gli strumenti istituzionali per chiedere modifiche e prescrivere adeguamenti della pianificazione ai nuovi indirizzi del comune e alle nuove leggi regionali. 

Certo si deve tener presente un concetto ben espresso da una frase di Rigoni Stern: «Nessun vento è favorevole per chi non sa dove andare, ma per chi lo sa anche la brezza sarà preziosa»