mercoledì 10 settembre 2014

Per un ospedale nuovo nella sede attuale di Viale Alfieri. di Leonardo Bertelli per l’Osservatorio Trasformazioni Urbane

Confermiamo il nostro apprezzamento per le scelte annunciate dall’attuale Amministrazione Comunale in merito alla realizzazione di un  ospedale nuovo nella esistente sede ospedaliera di viale Alfieri .
Appare evidente che il punto di partenza per tale realizzazione debba essere il piano avanzato dal direttore generale dell’AUSL 6 dott. Mariotti nell’anno 2007, peraltro già accolto in quell’anno dal Consiglio Comunale, salvo ripensamento successivo nel 2009 ; è altresì evidente una necessaria attualizzazione del progetto che comunque non potrà scostarsi di molto dalle linee progettuali del 2007.
Evidenziamo l’ipocrisia di coloro che per spostare altrove la sede ospedaliera si soffermano sui disagi della costruzione all’interno dell’ospedale esistente,  infatti non sanno o fingono di non sapere che la prima operazione dello spostamento a Montenero basso consisterebbe     nell’ abbattimento della sede della R.S.A. Pascoli (non vecchia e funzionante), e lo spostamento nei vecchi padiglioni di via Alfieri (4° e 5°), con necessarie operazioni edilizie all’interno del nosocomio esistente che non possono essere di lieve entità per la spesa preventivata nell'accordo di 10 milioni di euro. A ciò si aggiunga che  in cambio il Comune avrebbe ceduto all'ASL il terreno per la costruzione dell'Ospedale.
Cioè i passati amministratori (comunali e sanitari) per avere un servizio, che già esiste e funziona in zona tranquilla e salubre, ne avrebbero ottenuto un altro interno all’attuale sede di viale Alfieri,  con necessaria non breve edificazione,  ed in più avrebbero ceduta un'area pubblica già destinata a parco.
Per avere una attrezzatura pubblica, forse in condizioni peggiori, si sarebbero spesi 10 milioni di euro (prezzi preventivati nel 2010, ma quanto alla fine dei lavori?), costruendo comunque vicino ai padiglioni esistenti, ed in più avremmo ceduto senza compenso, per cementificarla, un’area verde, pubblica, da proteggere e destinare a parco.
Per poter restituire alla Regione Toscana la somma in prestito, promessa per la costruzione (130 ml. di euro) , sarebbe stato necessario vendere, secondo l'accordo (privatizzando beni pubblici), i 3/4 della  sede attuale dell'ospedale, abbandonando strutture nuove (piastra operatoria con eliporto, pronto soccorso, unità di radio diagnostica ecc.) per le quali si sono già spesi circa 100 milioni di soldi pubblici, edifici difficilmente trasformabili per altre attività, forse considerabili solo come volumi da demolire, senza sapere ancora quale sarà la loro destinazione, ed inoltre, la villa Rodocanacchi a Monterotondo con 8 ettari di parco (bene pubblico da tutelare), ed ancora i distretti di via Filippo Venuti, di via Ernesto Rossi, di Borgo S.Jacopo, di via della Bastia, di via Fiera di S.Antonino, di via del mare, di via S. Gaetano, di via S.Francesco, di via Piave, l'unità immobiliare di piazza Attias, e di via Tiberio Scali, cioè la maggior parte della sanità decentrata sul territorio che si dice(?) di potenziare; sicuramente la loro destinazione non avrebbe potuto essere  pubblica in quanto nella situazione di crisi attuale nessun ente pubblico ha risorse da spendere per comprare e ristrutturare.
Omettiamo ,in questa sede, le valutazioni del tutto negative, come dimostrabile dagli esempi realizzati,  sull’ affidamento (più di un terzo delle spese previste) alle "risorse private" che avrebbero realizzato le opere mediante il metodo del "project financing" (finanza di progetto),

Confermiamo, ancora una volta, che desideriamo per Livorno un Nuovo Ospedale che deve essere realizzato all’interno dell'attuale sede di viale Alfieri utilizzando e ristrutturando, ove possibile, i “vecchi” edifici e non abbandonando i nuovi già realizzati. 

Ciò che abbiamo chiesto alla nuova amministrazione del Comune di Livorno il 30 giugno scorso, presentando e consegnando le circa 11.000 firme di cittadini (insieme ad ALBA e al comitato contro la localizzazione del nuovo Ospedale, di cui faceva parte anche il M5S) è di mostrare la propria volontà politica ed amministrativa nel fare quello che riteniamo l'interesse della collettività da tutelare, compiendo gli atti che gli competono, concretizzando annunci e promesse,  che sono riassumibili nei seguenti 10 punti :

       Recedere (dichiarandola nulla e revocando la relativa delibera) dalla variante al Regolamento Urbanistico che destina a sede ospedaliera l’area di Montenero basso che, destinata genericamente a servizi, deve essere dedicata a parco pubblico. Tale variante era, in tutta evidenza una variante al Piano Strutturale come evidenziato nel ricorso (senza esito né risposta) avanzato dall’Osservatorio Trasformazioni Urbane (che alleghiamo); solo la complicità della Regione ha potuto rendere accettabile una evidente forzatura ed illegittimità degli atti compiuti dal Comune.
       Recedere (revocando la relativa delibera e gli atti conseguenti) dalla cessione dell’area come sopra destinata che, priva dell’indicazione a sede ospedaliera, non ha motivo di entrare in proprietà dell’AUSL 6. Indichiamo anche l’opportunità di inviare ad un esame di legittimità della Corte dei Conti gli atti di cessione, sostanzialmente a titolo gratuito tra il Comune di Livorno e la citata AUSL 6.
       Rivedere e cessare le opere stradali e le altre connesse che riguardino l’accesso alla nuova sede ospedaliera, modificando il piano annuale e triennale delle opere pubbliche e destinando i relativi capitoli di spesa ad altre opere più necessarie per la collettività.
       Dare indicazioni per il nuovo piano strutturale che NON comportino la “valorizzazione” degli edifici ed aree di proprietà dell’AUSL 6 destinati alla vendita per la restituzione alla Regione dei fondi di rotazione che intendesse mettere a disposizione per la costruzione del nuovo ospedale, peraltro non ancora forniti.
       In conseguenza dei punti 1 e 2 non può essere rilasciato alcun permesso di costruzione per il nuovo nosocomio.
       Deve essere tolta qualsiasi consulenza (e fiducia) a quei dirigenti comunali e consulenti esterni che hanno predisposto ed approvato gli atti preordinati alla variante agli strumenti urbanistici e alla realizzazione dell’ospedale nell’area di Montenero basso.
       Dare valore, sia pure informale, al referendum consultivo sulla localizzazione del nuovo ospedale anche se non raggiunse il quorum, revocando la delibera di localizzazione oggetto del referendum stesso.
       Fornire direttive agli estensori del nuovo piano strutturale (preferibilmente cambiati) per studiare e proporre assetto e varianti delle aree della sede ospedaliera attuale e delle aree limitrofe in modo da agevolare nuovi servizi sanitari e di corredo, nonché la funzionalità e l’agibilità dell’esistente.
       Agevolare i collegamenti con la sede di via Alfieri potenziando anche il servizio pubblico
       Bloccare la vendita delle sedi dei servizi territoriali e delle aree di proprietà pubblica e chiedere atti di miglioramento ed incremento della sanità sul territorio.

Tali atti serviranno inoltre per aiutare l’AUSL 6 a rinunciare all’appalto dell’ospedale a Montenero basso, fortunatamente non ancora aggiudicato in via definitiva.
Si ricorda a tale proposito che appare applicabile il punto k) dell’art.4 del Disciplinare di gara che impedisce l’aggiudicazione definitiva prima della permuta definitiva delle aree e degli immobili oggetto di intervento (pag. 7). 
Inoltre per quanto concerne eventuali richieste di penali da parte di concorrenti alla gara si riportano di seguito le relative disposizioni  contenute nelle ulteriori precisazioni contenute nel citato art. 4 del Disciplinare (pag. 8) :
k) che l’Azienda USL n. 6 di Livorno, a suo insindacabile giudizio, si riserva la facoltà di sospendere, revocare o annullare la procedura, senza che i concorrenti possano avanzare alcuna pretesa;
j) che l’Amministrazione aggiudicatrice non adotterà il provvedimento di aggiudicazione definitiva e, conseguentemente, non procederà alla sottoscrizione della convenzione di concessione – senza che per questo i concorrenti possano vantare alcunché a titolo di indennizzo e/o risarcimento – in caso di mancato ottenimento del finanziamento regionale a diverso titolo di euro 130.000.000.

Invitiamo quindi tutti gli Enti Pubblici, in qualsiasi modo coinvolti nell’appalto, a sostenere le ragioni dell’AUSL 6 in un eventuale contenzioso a seguito di revoca della procedura, pena un inopportuno ed incauto schieramento a favore delle ditte appaltatrici.