venerdì 21 novembre 2014

Inquieta l’indebita ingerenza del presidente della Regione Toscana Rossi

Inquieta l’indebita ingerenza del presidente della Regione Toscana Rossi e la pressione sospetta sul sindaco di Livorno Nogarin, in materia come la pianificazione del territorio comunale, di competenza del governo locale. I compiti istituzionali della Regione consistono nell’approvazione preliminare dei piani d’indirizzo a cui i PRG si devo attenere, e nell’azione di vigilanza e di controllo. Peccato che quando l'OTU, sulla variante dell'ospedale, ha inoltrato un esposto denuncia alla magistratura e ne ha mandata copia all'organo di controllo regionale, per l'opportuno intervento contro una grave azione di trasformazione urbana condotta al di fuori della normativa vigente, né Rossi, né l'assessore all'urbanistica, né il garante della comunicazione, abbiano ritenuto di dover rispondere.  Eppure l'esposto segnalava una gravissima illegittimità.
Ben comprendiamo la contrarietà del PD toscano che ha visto svanire alcuni sostanziosi accordi tra portatori d’interessi privati e istituzioni, accordi decisi ma non conclusi ai tempi del monocolore, e dunque modificabili.
Allo stesso modo sulla variante del PRG per il porto, il presidente Rossi con falso atteggiamento super partes, pretende di imporre leggi ad personam, a nostro avviso facilmente impugnabili, aggravando il contenzioso che divide la città e la nuova giunta dai portatori d’interesse, che al riparo dello sguardo indiscreto dei livornesi, hanno a lungo concertato col PD fino a trovare soluzioni che accontentassero tutte le parti economiche interessate al nuovo progetto portuale.
Mentre l'ospedale a Montenero uscì a sorpresa dal cappello a cilindro del sindaco Cosimi, con un consiglio comunale tenuto all'oscuro degli accordi intercorsi, dei quali il presidente Rossi era sicuramente a conoscenza; il parto del nuovo PRP è stato lunghissimo, visto che le prime proposte di darsena Europa e di Bellana, risalgono almeno agli anni 80, e dunque ci sono voluti più di 30 anni per mettere tutti gli interessati d'accordo, ora invece non si da nessun margine, nemmeno il tempo di informare il consiglio comunale e la città.
Poiché del PRP, tenuto così a lungo nel cassetto, si sa pochissimo, come OTU non abbiamo potuto fare osservazioni precise e motivate sullo strumento in adozione, e ce ne siamo lamentati pubblicamente.
Tuttavia da quanto abbiamo potuto apprendere a posteriori, non risulta che siano stati affrontati temi fondamentali per la città come per esempio lo spostamento del depuratore dal Rivellino in Venezia, problema che non potrà mai più avere soluzione, in mancanza di una collocazione  nell’area portuale.
Non pare nemmeno risolta l'annosa e rilevante questione del bacino grande; ci chiediamo come mai non sia emerso in tempo il problema dell’incompatibilità con il Porto Turistico Mediceo e le sue strutture alberghiere (nel Piano Strutturale non era prevista residenza abitativa).
Se si voleva concludere in fretta la complicata concertazione tra vecchia amministrazione comunale e portatori d’interesse economico, era meglio adeguarsi al già vigente piano Cagnardi, evitando di subordinare il PRP all'approvazione di una futura variante, considerato che, questa poteva anche non essere accolta dal consiglio comunale o ricevere pesanti critiche nella misura in cui stravolge il PT e il RU.
No si può accettare che venga subordinata la pianificazione della città ai soli interessi forti degli operatori economici, senza il minimo confronto per verificare se interessi privati e bene comune sono ugualmente rappresentati.
Tra l’altro pur di mantenere promesse fatte agli imprenditori, sul PRP, così come sull'ospedale, si lanciano campagne terroristiche di disinformazione.
Per l'ospedale si parla d’inesistenti penali da pagare, di finanziamenti regionali inesistenti, trattandosi di mero prestito da restituire, sul Porto si parla di non precisati finanziamenti europei, come di progetto già approvato e finanziabile, mentre sappiamo bene che la Regione Toscana, come tante altre, non è precisamente virtuosa nell'attivare i fondi europei, tanto è vero che risultano ancora non attivati i finanziamenti del 2009.
Occorre un cambio drastico nelle politiche urbanistiche, e ci auguriamo di ottenere dal nuovo sindaco, ciò che per anni abbiamo inutilmente chiesto alle vecchie giunte: una pianificazione realmente partecipata, ovvero un confronto informato e puntuale sulle trasformazioni della città e del suo porto.
Per questo aprire l'urban center è un obbiettivo minimo irrinunciabile dell'OTU.

Osservatorio Trasformazione Urbane – Livorno