domenica 14 settembre 2014

lab.lab (laboratorio labronico) e O.T.U. (osservatorio trasformazioni urbane)


Giovedì 18 settembre 2014 ore 17,00
Libreria Erasmo, Viale degli Avvalorati 62 Livorno
ORGANIZZANO UN INCONTRO APERTO SU
PARTECIPAZIONE
ostinazione? resistenza?  desiderio?
lab.lab (laboratorio labronico) e O.T.U. (osservatorio trasformazioni urbane) si sono dati appuntamento  per un incontro aperto a quanti desiderano intervenire, per riprendere un tema a loro caro, su cui lavorano da anni: la partecipazione nel suo duplice significato di prendere parte ad un determinato atto, processo e di essere parte di un organismo, di un gruppo, di una comunità.
Il terreno che in molte occasioni ci ha accomunato è quello della urbanistica partecipata , un terreno su cui abbiamo avanzato contributi e proposte concrete, come, ad esempio, sulle possibili modalità di un percorso partecipativo, in occasione della revisione del Piano Strutturale del Comune di Livorno, e sulla istituzione e caratterizzazione di un Urban Center che, ricordiamo «..non è solo uno spazio, è anche e soprattutto un progetto culturale finalizzato ad attuare un nuovo metodo di governo del territorio e delle città.»
Abbiamo consapevolezza di vivere un presente in cui, nel nostro paese, ci sono forti attacchi, più o meno espliciti, agli istituti ed alle forme della democrazia, anche quella rappresentativa, ma conosciamo moltissimi esempi di pensiero e di pratiche politiche di cittadinanza attiva, di salvaguardia e cura  dei beni comuni, di resistenza alla logica del profitto.
Anche da loro e dalla nostra “storia” traiamo la forza ed il desiderio di proseguire nel nostro lavoro fatto di proposte concrete, di stimolo, di spirito di sana collaborazione con le Istituzioni ed in modo particolare con l’Amministrazione Comunale.
Ci incontreremo quindi per riprendere molte delle questioni, con l’intenzione di rilanciarle, aggiornandole alla situazione attuale, nel desiderio di offrire un contributo per la costruzione di una “città delle cittadine e dei cittadini”
Per conoscere idee, contributi, iniziative, visitate:

mercoledì 10 settembre 2014

Per un ospedale nuovo nella sede attuale di Viale Alfieri. di Leonardo Bertelli per l’Osservatorio Trasformazioni Urbane

Confermiamo il nostro apprezzamento per le scelte annunciate dall’attuale Amministrazione Comunale in merito alla realizzazione di un  ospedale nuovo nella esistente sede ospedaliera di viale Alfieri .
Appare evidente che il punto di partenza per tale realizzazione debba essere il piano avanzato dal direttore generale dell’AUSL 6 dott. Mariotti nell’anno 2007, peraltro già accolto in quell’anno dal Consiglio Comunale, salvo ripensamento successivo nel 2009 ; è altresì evidente una necessaria attualizzazione del progetto che comunque non potrà scostarsi di molto dalle linee progettuali del 2007.
Evidenziamo l’ipocrisia di coloro che per spostare altrove la sede ospedaliera si soffermano sui disagi della costruzione all’interno dell’ospedale esistente,  infatti non sanno o fingono di non sapere che la prima operazione dello spostamento a Montenero basso consisterebbe     nell’ abbattimento della sede della R.S.A. Pascoli (non vecchia e funzionante), e lo spostamento nei vecchi padiglioni di via Alfieri (4° e 5°), con necessarie operazioni edilizie all’interno del nosocomio esistente che non possono essere di lieve entità per la spesa preventivata nell'accordo di 10 milioni di euro. A ciò si aggiunga che  in cambio il Comune avrebbe ceduto all'ASL il terreno per la costruzione dell'Ospedale.
Cioè i passati amministratori (comunali e sanitari) per avere un servizio, che già esiste e funziona in zona tranquilla e salubre, ne avrebbero ottenuto un altro interno all’attuale sede di viale Alfieri,  con necessaria non breve edificazione,  ed in più avrebbero ceduta un'area pubblica già destinata a parco.
Per avere una attrezzatura pubblica, forse in condizioni peggiori, si sarebbero spesi 10 milioni di euro (prezzi preventivati nel 2010, ma quanto alla fine dei lavori?), costruendo comunque vicino ai padiglioni esistenti, ed in più avremmo ceduto senza compenso, per cementificarla, un’area verde, pubblica, da proteggere e destinare a parco.
Per poter restituire alla Regione Toscana la somma in prestito, promessa per la costruzione (130 ml. di euro) , sarebbe stato necessario vendere, secondo l'accordo (privatizzando beni pubblici), i 3/4 della  sede attuale dell'ospedale, abbandonando strutture nuove (piastra operatoria con eliporto, pronto soccorso, unità di radio diagnostica ecc.) per le quali si sono già spesi circa 100 milioni di soldi pubblici, edifici difficilmente trasformabili per altre attività, forse considerabili solo come volumi da demolire, senza sapere ancora quale sarà la loro destinazione, ed inoltre, la villa Rodocanacchi a Monterotondo con 8 ettari di parco (bene pubblico da tutelare), ed ancora i distretti di via Filippo Venuti, di via Ernesto Rossi, di Borgo S.Jacopo, di via della Bastia, di via Fiera di S.Antonino, di via del mare, di via S. Gaetano, di via S.Francesco, di via Piave, l'unità immobiliare di piazza Attias, e di via Tiberio Scali, cioè la maggior parte della sanità decentrata sul territorio che si dice(?) di potenziare; sicuramente la loro destinazione non avrebbe potuto essere  pubblica in quanto nella situazione di crisi attuale nessun ente pubblico ha risorse da spendere per comprare e ristrutturare.
Omettiamo ,in questa sede, le valutazioni del tutto negative, come dimostrabile dagli esempi realizzati,  sull’ affidamento (più di un terzo delle spese previste) alle "risorse private" che avrebbero realizzato le opere mediante il metodo del "project financing" (finanza di progetto),

Confermiamo, ancora una volta, che desideriamo per Livorno un Nuovo Ospedale che deve essere realizzato all’interno dell'attuale sede di viale Alfieri utilizzando e ristrutturando, ove possibile, i “vecchi” edifici e non abbandonando i nuovi già realizzati. 

Ciò che abbiamo chiesto alla nuova amministrazione del Comune di Livorno il 30 giugno scorso, presentando e consegnando le circa 11.000 firme di cittadini (insieme ad ALBA e al comitato contro la localizzazione del nuovo Ospedale, di cui faceva parte anche il M5S) è di mostrare la propria volontà politica ed amministrativa nel fare quello che riteniamo l'interesse della collettività da tutelare, compiendo gli atti che gli competono, concretizzando annunci e promesse,  che sono riassumibili nei seguenti 10 punti :

       Recedere (dichiarandola nulla e revocando la relativa delibera) dalla variante al Regolamento Urbanistico che destina a sede ospedaliera l’area di Montenero basso che, destinata genericamente a servizi, deve essere dedicata a parco pubblico. Tale variante era, in tutta evidenza una variante al Piano Strutturale come evidenziato nel ricorso (senza esito né risposta) avanzato dall’Osservatorio Trasformazioni Urbane (che alleghiamo); solo la complicità della Regione ha potuto rendere accettabile una evidente forzatura ed illegittimità degli atti compiuti dal Comune.
       Recedere (revocando la relativa delibera e gli atti conseguenti) dalla cessione dell’area come sopra destinata che, priva dell’indicazione a sede ospedaliera, non ha motivo di entrare in proprietà dell’AUSL 6. Indichiamo anche l’opportunità di inviare ad un esame di legittimità della Corte dei Conti gli atti di cessione, sostanzialmente a titolo gratuito tra il Comune di Livorno e la citata AUSL 6.
       Rivedere e cessare le opere stradali e le altre connesse che riguardino l’accesso alla nuova sede ospedaliera, modificando il piano annuale e triennale delle opere pubbliche e destinando i relativi capitoli di spesa ad altre opere più necessarie per la collettività.
       Dare indicazioni per il nuovo piano strutturale che NON comportino la “valorizzazione” degli edifici ed aree di proprietà dell’AUSL 6 destinati alla vendita per la restituzione alla Regione dei fondi di rotazione che intendesse mettere a disposizione per la costruzione del nuovo ospedale, peraltro non ancora forniti.
       In conseguenza dei punti 1 e 2 non può essere rilasciato alcun permesso di costruzione per il nuovo nosocomio.
       Deve essere tolta qualsiasi consulenza (e fiducia) a quei dirigenti comunali e consulenti esterni che hanno predisposto ed approvato gli atti preordinati alla variante agli strumenti urbanistici e alla realizzazione dell’ospedale nell’area di Montenero basso.
       Dare valore, sia pure informale, al referendum consultivo sulla localizzazione del nuovo ospedale anche se non raggiunse il quorum, revocando la delibera di localizzazione oggetto del referendum stesso.
       Fornire direttive agli estensori del nuovo piano strutturale (preferibilmente cambiati) per studiare e proporre assetto e varianti delle aree della sede ospedaliera attuale e delle aree limitrofe in modo da agevolare nuovi servizi sanitari e di corredo, nonché la funzionalità e l’agibilità dell’esistente.
       Agevolare i collegamenti con la sede di via Alfieri potenziando anche il servizio pubblico
       Bloccare la vendita delle sedi dei servizi territoriali e delle aree di proprietà pubblica e chiedere atti di miglioramento ed incremento della sanità sul territorio.

Tali atti serviranno inoltre per aiutare l’AUSL 6 a rinunciare all’appalto dell’ospedale a Montenero basso, fortunatamente non ancora aggiudicato in via definitiva.
Si ricorda a tale proposito che appare applicabile il punto k) dell’art.4 del Disciplinare di gara che impedisce l’aggiudicazione definitiva prima della permuta definitiva delle aree e degli immobili oggetto di intervento (pag. 7). 
Inoltre per quanto concerne eventuali richieste di penali da parte di concorrenti alla gara si riportano di seguito le relative disposizioni  contenute nelle ulteriori precisazioni contenute nel citato art. 4 del Disciplinare (pag. 8) :
k) che l’Azienda USL n. 6 di Livorno, a suo insindacabile giudizio, si riserva la facoltà di sospendere, revocare o annullare la procedura, senza che i concorrenti possano avanzare alcuna pretesa;
j) che l’Amministrazione aggiudicatrice non adotterà il provvedimento di aggiudicazione definitiva e, conseguentemente, non procederà alla sottoscrizione della convenzione di concessione – senza che per questo i concorrenti possano vantare alcunché a titolo di indennizzo e/o risarcimento – in caso di mancato ottenimento del finanziamento regionale a diverso titolo di euro 130.000.000.

Invitiamo quindi tutti gli Enti Pubblici, in qualsiasi modo coinvolti nell’appalto, a sostenere le ragioni dell’AUSL 6 in un eventuale contenzioso a seguito di revoca della procedura, pena un inopportuno ed incauto schieramento a favore delle ditte appaltatrici.

sabato 6 settembre 2014

La Regione Toscana finanzi il progetto del Nuovo Ospedale in Viale Alfieri.



di Paolo Gangemi
Il Presidente della Regione Enrico Rossi insiste su una scelta perdente: lo spostamento dell'area ospedaliera a Montenero, già bocciata dai Livornesi al referendum; osteggiata da 10mila firme di cittadine e cittadini raccolte in gran parte al Poliambulatorio; e sconfitta sonoramente alle elezioni amministrative.
Il nuovo Sindaco Nogarin votato da molta della sinistra per Raspanti regge alle indebite pressioni di Rossi, nel rispetto degli impegni assunti in campagna elettorale.
L'OTU ha più volte spiegato, in dettaglio, il perché della nostra contrarietà, che potremmo sintetizzare in poche parole: meglio un ospedale nuovo in viale Alfieri, nel baricentro della città, che un nuovo ospedale in una zona periferica.
Tra l'altro insistere con progetti finanziari, come quelli già' sperimentati in Veneto e anche in Toscana con esiti drammatici per la sanità, non pare davvero operazione sensata, e spiega una volta di più, la sconfitta elettorale. Project financing significa privatizzazione dei servizi ospedalieri e indebitamento e fuori controllo.
Rossi non chiarisce che il finanziamento regionale, e solo un prestito da restituire, prelevato dal fondo di rotazione, e che non è comunque vincolato alla localizzazione del nuovo ospedale.
La notizia di finanziare la ristrutturazione dell’ospedale di Siena chiarisce che si può utilizzare questo finanziamento anche per terminare il nuovo ospedale in Viale Alfieri.
E’ di buon senso continuare l'opera di ristrutturazione dello storico nosocomio di Viale Alfieri, opera iniziata con il Progetto Mariotti (già costata 100 milioni delle vecchie lire), visto che sono sufficienti altri 80 milioni di euro per realizzarlo. Servirebbero, invece, 300 milioni salvo aumenti in corso d’opera, per costruire un piccolo ospedale in Via Mondolfi, spostamento in contrasto con le normative e le invarianti del Piano strutturale Cagnardi, consumando tra l’altro prezioso territorio collinare, inoltre con il decentramento andrebbe a impattare con nuova massiccia cementificazione l'area pedecollinare e collinare, assai delicata per l'assetto idrogeologico a rischio medio alto.
I livornesi sanno per esperienza diretta, come la posizione centrale dell’attuale ospedale lungo viali di scorrimento veloce, consentano una buona accessibilità anche con i mezzi pubblici, inoltre nella zona retrostante esistono molte aree libere e pubbliche che permettono di creare nuovi accessi, e di dotare di ampio parcheggio l'attuale ospedale, mentre la viabilità e la fruibilità per gli anziani senza auto privata, peggiorerebbe nella nuova localizzazione. Si possono ristrutturare e sostituire in parte gli edifici dell'ospedale storico con nuove strutture, com’è stato per la piastra chirurgica definita allora “ad alta intensità di cura”. Una volta salvaguardato l'impianto planimetrico, le belle gallerie vetrate di collegamento, l'edificio centrale prospettante sul viale Alfieri, sono autorizzati, sentito il parere della Sovraintendenza (niente ha vietato in passato, niente vieta ora), adeguamenti funzionali resi necessari per il miglioramento dell'efficienza e della messa a norma del nosocomio; migliorando il confort.
Il consiglio comunale e le sue commissioni devono mettersi al lavoro concordando con la Giunta l’iter che permetta partendo dal Piano Mariotti di terminare il nuovo ospedale in Viale Alfieri, costruendo le strutture che garantiscano la salute dei cittadini.
La Regione Toscana deve finanziare il progetto.
Bisognerà che anche il PD, che sta tentando l'ultima difesa di una proposta ormai non più in agenda, raccontando di penali inesistenti se ne faccia una ragione.

dell’Osservatorio Trasformazioni Urbane

Livorno 6 settembre 2014

martedì 2 settembre 2014

Variante del Porto di Livorno: una scelta sbagliata.

Variante del Porto di Livorno: una scelta sbagliata.
Livorno 3 settembre 2014
di Paolo Gangemi
per l’Osservatorio Trasformazioni Urbane

La variante legata al nuovo piano portuale rappresenta un passaggio fondamentale per il futuro urbanistico della città, e dunque deve costituire un elemento di confronto e discussione per i cittadini livornesi.
La variante non ci piace per molti motivi, il primo e più importante dei quali è che è fuori dalla revisione imminente del piano strutturale, del quale peraltro, dopo l’adozione, si sono perse le tracce. Poiché è zona d’interesse strategico, meritava un maggior coinvolgimento della città, mentre il dibattito e rimasto confinato nella cerchia dei portatori d’interesse diretto.
L'aspetto più grave e però la concezione della variante, che va in aperta rotta di collisione con il piano regolatore vigente, di cui modifica radicalmente l'impianto.
Infatti, nell'attuale strumento urbanistico, la porta a mare rappresenta il cardine per la ricomposizione dell'ambito urbano con quello portuale (comprende l'ex cantiere, porta a mare e stazione marittima). Con la cancellazione di questo obiettivo centrale, viene completamente stravolta la filosofia generale del piano, trasferendo l'area dal sistema insediativo, al sistema portuale e delle attività, e come ovvio, il nuovo e diverso inquadramento modifica prescrizioni e normative. Anche la Bellana passa da area a servizi nel sistema insediativo, all'area portuale. L’insieme di queste scelte determina modifiche all'intero impianto del PS e RU, producendo tra l'altro un aumento dei vani totali, da 15300 a 17700 mq.
Salta all'occhio che nella nuova stazione marittima, che ingloba anche la Fortezza vecchia, nella tipologia commerciale si passa da 3500 a 12500 mq, mentre il turistico ricettivo aumenta di poco da 10000 a 11000 mq.
Con la crisi economica che ha messo in ginocchio la città ci vorrebbero nuove idee, invece l'unica strategia ricorrente (e perdente) pare sia quella di creare nuovi centri commerciali, con poca fantasia e lungimiranza. In definitiva le modifiche contenute in variante che ridefiniscono il territorio cerniera tra il porto e la città, rimettono in discussione, il vecchio impianto pregiudicando il futuro piano di riassetto della città. Non sembra una buona idea; anche se i dati numerici sono tutti da verificare con la nuova l'amministrazione comunale, perché a furia di varianti, è difficile tenere il conto. La mancata osservanza della normativa del PRG, che imponeva verifiche annuali dello stato di attuazione, mai fatte dagli uffici di urbanistica (come è emerso nell’incontro tra OTU e l’assessore all'urbanistica Grassi, presente il dirigente Chetoni) con il rigore e la puntualità necessaria, hanno reso ancora più complicato il conteggio delle superfici realizzate e le quantità residuali in progetto.
Da ultimo una nota merita la questione della Bellana, progetto lanciato alla fine degli anni 70, giunto all'approvazione a metà degli anni 80, affondato all'epoca a grande maggioranza, che riaffiora come un inquietante fantasma, mentre il progetto porto Mediceo, viene continuamente bloccato e sabotato.
Livorno non possiede architetture eccellenti, tolte poche eccezioni come la Fortezza del Sangallo, le Terme liberty qualcosa di neoclassico, il grattacielo di Michelucci, le prime case popolari della Rosa, e poco altro di memorabile. In Toscana c'e' di meglio.
Tuttavia ha un impianto storico urbanistico cinquecentesco unico, sopravvissuto a distruzioni belliche e ricostruzioni. Il sistema di fortezze bastioni fondaci e fossi che collegano il grande porto Mediceo con il centro attraverso vie d'acqua navigabili, merita di essere valorizzato e restaurato, per diventare un porto turistico di singolare bellezza. Che senso ha costruirne un altro ex novo cementificando inutilmente la costa?
Decisamente a nostro avviso, ci sono troppi punti controversi da discutere e rivedere. Magari anche alla luce delle previsioni del nuovo PRG da interfacciare al PRP.

Così come le buone pratiche dell’urbanistica consiglierebbero e per dare tempo e finanziamento al progetto di partecipazione dei cittadini livornesi, che hanno diritto di discutere il piano di trasformazione della loro città.