mercoledì 30 ottobre 2013

LIVORNO OSPEDALE: A TESTA BASSA INCIAMPANDO A OGNI PASSO di Paolo Gangemi



Ancora una nuova scelta, senza prospettive dell’attuale Amministrazione Comunale, che ritarda solo la realizzazione del nuovo ospedale in Viale Alfieri. L’Asl chiudendo i distretti mette a rischio la qualità e le quantità delle prestazioni socio-sanitarie, attuali e future del nostro territorio.
Oggi è opportuno accantonare l'idea di spostamento dell'area ospedaliera, continuando l'opera di ristrutturazione dello storico nosocomio di via Alfieri, opera iniziata con il Progetto Mariotti (già costata 100 milioni delle vecchie lire), occorrono ancora altri 80 milioni di euro per realizzarlo. Servirebbero 300 milioni, per costruire un piccolo ospedale in Via Mondolfi in una posizione decentrata, spostamento mai previsto urbanisticamente, anzi, in contrasto con le normative e le invarianti del piano strutturale Cagnardi, consumando altro prezioso territorio collinare.
I livornesi sanno per esperienza diretta, come la posizione centrale dell’attuale ospedale lungo viali di scorrimento veloce, consentano una buona accessibilità anche con i mezzi pubblici, inoltre nella zona retrostante esistono molte aree libere e pubbliche che consentono di creare nuovi accessi, e di dotare di ampio parcheggio l'attuale ospedale, mentre la viabilità e la fruibilità per gli anziani senza auto privata, peggiorerebbe nella nuova localizzazione. Inoltre, con il decentramento si andrebbe a impattare con nuova massiccia cementificazione l'area pedecollinare e collinare, assai delicata per l'assetto idrogeologico a rischio medio alto, con aree franose già segnalate e conosciute.
Sappiamo inoltre che dove nasce una struttura ospedaliera, nascono cementificazioni secondarie, dovute alle opere di urbanizzazione rese necessarie dall'opera di rilevante interesse pubblico. Ville e villini potrebbero saturare le colline fino a Monterotondo, dove è in vendita la splendida area dell’ex villa Rodocanacchi.
Non ci sono finanziamenti regionali o europei: la regione ha garantito un prestito e nulla più, e non ci saranno penali da pagare, sospendendo l'operazione, perché come si legge con chiarezza nell'appalto stesso, la costruzione è subordinata al reperimento dei fondi necessari, al momento inesistenti. Lo stesso dott. Porfido, nuovo direttore Asl, ha recentemente sottoposto alla regione le problematiche legate al buco di bilancio prodottosi con le gestioni precedenti, e le evidenti difficoltà a reperire i finanziamenti previsti, tramite la vendita del patrimonio, dismesso a tale scopo, dall'ASL. Le cause sono evidenti visto il collasso del mercato immobiliare per la crisi.
Si possono ristrutturare e sostituire in parte gli edifici dell'ospedale storico con nuove strutture, come è stato per la piastra chirurgica. Una volta salvaguardato l'impianto planimetrico, le belle gallerie vetrate di collegamento, l'edificio centrale prospettante sul viale Alfieri, niente vieta, sentito il parere della Sovraintendenza (niente ha vietato in passato, niente vieta ora), adeguamenti funzionali resi necessari per il miglioramento dell'efficienza e della messa a norma del nosocomio; migliorando il confort creando camere a due letti al posto delle attuali camerate, che un modesto architetto o ingegnere può realizzare senza difficoltà, e senza bisogno di ricorrere a grandi progettisti di fama internazionale.
Il referendum del 2010 è stato dichiarato nullo per insufficiente affluenza di votanti (abbiamo raggiunto poco meno del 30%), ma di la a dire che i promotori lo abbiano perso ce ne corre, se il'73% dei votanti ha votato contro lo spostamento. Oggi ai livornesi manca un confronto partecipato sul modello sanitario pubblico, da adottare per il futuro (bloccando le privatizzazioni della sanità, scelta antipopolare), non si comprende bene quale idea complessiva di servizio sanitario abbiano i dirigenti sanitari.
Confidando nel sostegno dei tanti operatori sanitari che hanno a cuore il diritto democratico dell'accesso di tutti alle cure necessarie, è il caso di riprendere un dibattito pubblico e trasparente, su un interesse che ci riguarda tutti. E’ ora di cambiare.

Paolo Gangemi
fa parte di dell’Osservatorio Trasformazioni Urbane
Livorno 30 ottobre 2013