giovedì 30 maggio 2013

Niente di nuovo per il PRG di Livorno di Daria Faggi


Singolare davvero la presentazione in commissione consiliare, da parte dell’architetto Cagnardi, del nuovo piano regolatore del territorio livornese.
L’importante occasione per rendere edotta la città sulla, fino a qui, misteriosa revisione del piano precedente e sulle azioni per dare concretezza alla dichiarata volontà di sperimentare una pianificazione partecipata, ha partorito qualcosa di più inquietante del classico topolino.
Intanto abbiamo scoperto che l’amministrazione comunale non adotterà un nuovo piano strutturale e dunque procederà a una “variante generale” del piano: strumento, questo,  non previsto, però, dalla legislazione urbanistica vigente, che stabilisce di limitare le varianti alla modifica del regolamento urbanistico, senza trasformazioni dei fondamenti strutturali. Forse per superare questo imbarazzo, si è optato per l'adozione di un termine fin qui sconosciuto nell’urbanistica, appunto la revisione, strumento che non è una nuova adozione ma nemmeno una variante. Questo non dovrebbe sorprendere in un comune che già si è inventato il concetto di “varianti anticipatrici”, in sé impossibili nel senso che è ovvio che le modifiche riguardavano il piano in vigore e non un inesistente futuro strumento.  Però alla fine quello che appare chiaro, al di là della dubbia legittimità dell'operazione, è che per la modica cifra di un milione di euro, il progettista incaricato adeguerà lo strumento alle scelte già operate disinvoltamente dall’amministrazione, come lo spostamento dell'ospedale e sistemerà le questioni rimaste in sospeso e il pasticcio urbanistico scaturito da scelte parziali, sconnesse e improvvisate di nuove localizzazioni, fatte al di fuori di qualsiasi studio di insieme.
Chissà se nel poco tempo previsto per partorire questa cosiddetta “variante generale”, l'architetto Cagnardi, noto e assai stimato urbanista, già autore di piani regolatori di importanti città italiane, avrà l'occasione di verificare come il suo precedente Prg di Livorno sia stato stravolto e pasticciato. Ma ancora più sconvolgente è stato scoprire che la tanto attesa presentazione del progetto di partecipazione della cittadinanza alla trasformazione della città, ha svelato che l'operazione consiste nella solita vecchia pratica di ascoltare le parti interessate, ovvero i portatori di interessi privati e non nella reale partecipazione alle scelte di quei  cittadini il cui unico interesse è quello civico del bene comune. È questa una pratica, purtroppo, tradizionale che in questa città, come in altri luoghi, ha accompagnato l'azione di pianificazione, e per la prima volta non è gratuita ma onerosa. 
Non è nemmeno nominato, e ancora meno previsto, il mitico Urban Center, oggetto dei desideri ma anche oggetto di studio da parte dell'amministrazione comunale, che ha mandato proprie delegazioni a visitare le città già dotate di centri per la partecipazione, gite che avremmo pagato ben volentieri se ci fosse stato un risultato. Dunque assolutamente deludente l'ascolto dei lavori della commissione, apparsa come un manipolo di marziani a convegno. In una situazione assolutamente nuova, attraversata da una crisi epocale che sta dislocando enormi interessi in nuove aree del mondo, con effetti di tale portata che cambieranno aspetti e equilibri globali, effetti che ci coinvolgono pesantemente, gli unici che sembrano non afferrare la portata delle trasformazioni in corso sono proprio i nostri amministratori.
Il buon senso suggerirebbe di utilizzare l'occasione della adozione di un nuovo piano, partendo dai cambiamenti profondi della  condizione economica e sociale, per progettare la città nuova con nuovi metodi di confronto con i cittadini livornesi, a cominciare dalla parte più attiva che agisce sul territorio, aprendo un centro di informazione e documentazione di urbanistica e attivando tutti i più moderni strumenti di ascolto e soprattutto di partecipazione. Noi dell'Osservatorio Trasformazioni Urbane intanto proseguiamo negli incontri con le forze politiche (la prossima è con SEL) e nello studio dei percorsi urbani conoscitivi per osservare insieme le trasformazioni più discutibili e negative della città. Per dare un contributo alla revisione del piano o, altrimenti chiamata “variante generale”.

Daria Faggi dell’Osservatorio Trasformazioni Urbane

Livorno 30 maggio 2013