giovedì 29 settembre 2011

Abitare Sociale: il progetto per Fiorentina di Daria Faggi

Abitare Sociale: il progetto per Fiorentina.

È difficile parlare con cognizione di causa di un progetto (abitare sociale ) di cui si è discusso poco o niente. Non sappiamo la quantità totale dei finanziamenti e da dove provengono, fatta eccezione per l’area del Mercato Ortofrutticolo. Sopratutto nessuno al momento ci sa dire quante case di E.R.P nuove saranno costruite al posto di quelle esistenti.
Si prospettano diversi scenari assai diversi tra loro: facciamo un esempio per Via Giordano Bruno per superfici medie di 53mq (da 46 a 60mq ad appartamento) per una meta del volume previsto e di 60mq di media per l’altra meta (da 55 a 65mq per alloggio) avremmo un totale di 130 alloggi in sostituzione dei 148 esistenti.
Con i 18 alloggi previsti nel Mercato Ortofrutticolo sarebbe scongiurata la diminuzione di alloggi ERP a canone sociale. In aggiunta avremmo l’offerta di altri 24 alloggi pubblici a canone concordato, in questo caso l’operazione sarebbe del tutto accettabile. Visto l’esiguo patrimonio residuale dopo la svendita di migliaia di case popolari.
Però negli allegati alla delibera si fanno altre ipotesi che prevedono una secca diminuzione dell’offerta Erp.
Vorremmo inoltre la certezza per evitare sprechi in questo momento intollerabili, che tutto il patrimonio svuotato dai trasferimenti, fosse utilizzato come ricovero temporaneo degli sfollati per sfratto con forza pubblica, in attesa di finire i lavori nella caserma lamar mora che è la sistemazione prevista per le famiglie in emergenza abitativa.
La vicenda di Via Giordano Bruno insegna anche che aver venduto le case popolari, soprattutto quelle inserite nei piani di recupero, è stato un atto di grave miopia politica.
Non resta che ricomprare al prezzo di vendita aggiornato in cambio di una riassegnazione se ci sono i requisiti, o proporre un cambio a prezzo di mercato facendo pagare la differenza tra la nuova casa e quella abbattuta.
Altrimenti il piano diventa assai oneroso e lo paga una collettività la cui proprietà è stata spesso assai mal gestita.
Poco sappiamo degli abusivi che a differenza di altri non sono stati sgombrati ai Vigili Urbani.
In questi frangenti è bene adottare regole uguali per tutti: un controllo delle condizioni all'origine dell'occupazione e una verifica della permanenza di situazione di emergenza abitativa, può e deve essere l'unico discrimine per una sistemazione pur sempre a titolo transitorio, poiché non sono intervenute sanatorie a creare differenze tra gli abitanti senza titolo.
L'unione inquilini ha sempre ritenuto che le case popolari vadano date ai legittimi assegnatari, ma certo vanno aggiornate le regole e i punteggi.
L'importante è che ci siamo regole buone e condivise capaci di dare risposte a nuovi problemi.
Oggi i giovani lavoratori precari sono fortemente penalizzati al punto di non avere nessuna possibilità di accesso a case a prezzi sostenibili, questa situazione richiedere criteri nuovi di assegnazione.
La possibilità di aver un futuro aiuta la legalità e il senso civico. Diamo in fretta risposte a misura delle nuove domande abitative.

Daria Faggi
p. Unione Inquilini
Livorno 28 settembre 2011