domenica 16 ottobre 2011

Un contributo al dibattito sul nuovo piano regolatore di Ignazio Monterisi

Un contributo al dibattito sul nuovo piano regolatore
Daria ha saputo cogliere molto efficacemente in poche battute il bivio dinnanzi alla città con l’avvio del percorso di revisione dello strumento urbanistico: la fallimentare reiterazione degli incrementi delle rendite fondiarie, prospettata dalle varianti anticipatrici –il nuovo ospedale, innanzitutto- con l’incombente infiltrazione di capitali malavitosi già avvenuta a Rosignano e Cecina secondo il procuratore antimafia Pietro Grasso oppure “scelte di sviluppo sociale ed economico alternative al capitalismo finanziario, che punta a rapinare servizi e beni comuni”.
Ma il maggior partito di opposizione a Berlusconi, alla luce di quanto avviene nella nostra città governata da un suo pilastro nazionale, sembra meritare un giudizio più severo della “pochezza di idee alternative nel centrosinistra” formulato da Daria. Dietro le foglie di fico delle dichiarazioni del Sindaco sul futuro Piano Strutturale e sull’abitare sociale e delle mozioni comunali su omofobia, certificazione anagrafica delle famiglie di fatto, quote rosa nelle società comunali partecipate, testamento biologico ed azzeramento dei rifiuti, a Livorno men che debole la sostanza delle scelte economiche e sociali non è alternativa ma ricalca il neoliberismo antipopolare della destra: il cemento quale volano dell’economia, l’incremento della produzione energetica inquinante, la promozione dell’incenerimento dei rifiuti, la privatizzazione di beni e servizi essenziali con incremento della ricchezza lobbystica (al riguardo, vedere i 25 servizi non sanitari in dominio al futuro aggiudicatario dei lavori del nuovo ospedale!), la tolleranza dell’abusivismo edilizio, la disattenzione verso la stabilità fisica dei suoli e, secondo le valutazioni del concittadino senegalese Mbaye Diop, la ghettizzazione dei tunisini ospitati in villa La Morazzana.
Come contributo al dibattito introduttivo sul PS, rivolgo l’invito a superare la visione economicistica ed attingere suggestioni dai piani superiori della cultura e dei patrimoni morali nel passaggio dal metodo ai contenuti. Un’importante fonte d’ispirazione può essere trovata nel contesto geopolitico mediterraneo, in cui la città è immersa e forse ancora attivo nel DNA della livornesità, con i temi emergenti delle rivoluzioni popolari sulla sponda musulmana e della lotta dei popoli palestinese e Saharawi per lo Stato nazionale. Da questo universo di diritti violati è alimentata la mia visione del Centro della Pace interetnico e interreligioso nell’ampio recinto degli ex-macelli in centro città e ben protetto.
Ignazio Monterisi 16 ottobre 2011

giovedì 13 ottobre 2011

L’Assessore non incontra le associazioni firmatarie della lettera documento

L’Assessore non incontra le associazioni firmatarie della lettera documento sull’urbanistica inviata al Sindaco e ai gruppi consiliari del Comune di Livorno.

di Daria Faggi dell’Osservatorio Trasformazione Urbane


Un’altra occasione perduta! Non ci sembra proprio che venga ancora compresa la necessità di fare del governo del territorio lo strumento politico per scelte di sviluppo sociale ed economico alternative, capaci di farci sfuggire alla tenaglia delle scelte del capitalismo finanziario, che punta a rapinare servizi e beni comuni. Al contrario avendo ridotto il progetto generale di città a vendita parcellizzata del territorio (scelta facilitata dalla scomposizione della delega all'urbanistica) si continua a promuovere il marketing di zone ancora a verde o destinate a servizi. A furia di varianti, si sta bruciando ogni risorsa strategica per la pianificazione della città, che deve tornare ad essere accogliente e solidale, come non è più da tempo. Alla fine non c’è più nulla da pianificare!
Scelte come quella di anticipare lo spostamento dell'area ospedaliera non sono solo errori settoriali ma depotenziamento dell’intero P.R.G.
Un’ulteriore mutilazione dell'urbanistica ridotta a mercato di aree e fabbricati, costituirebbe un esito davvero catastrofico: la fase di recessione economica è strutturale bisogna dunque fare scelte di netta discontinuità nella gestione del territorio.
Il nuovo piano urbanistico è importante, purché la sfida per uscire da questo modello di sviluppo si svolga nei municipi attraverso l'uso delle risorse urbane. Altro non è dato fare, al di là delle sacrosante proteste contro il governo. Bisogna puntare a un futuro che offra lavoro e servizi alle nuove generazioni, sganciando i beni comuni dagli interessi di impresa a cui non devono più essere sottomessi. Le enormi colpe della destra, nell'aver coltivato gli appetiti dell'Italia peggiore, sono sotto gli occhi di tutti, ma è altrettanto evidente la pochezza di idee alternative nel centrosinistra. Forse anche questo sta dietro i fischi di ottobre al sindaco, da estendere a quasi tutta la classe politica di governo e di opposizione. Davvero si salvano in pochi e quei pochi hanno pochissimo peso. Ci è parso di capire che, una volta esaurita la fase palazzinara, ancora in corso d’opera, il Sindaco voglia passare all’industrialismo acritico, scelta che può essere una facile quanto fallimentare tentazione in una fase di trasferimento delle produzioni all’estero. Ma offrire il territorio libero per qualsiasi tipo di produzione non è una buona scelta.
Oggi è invece il momento di essere molto parsimoniosi nell’uso dei beni e terreni pubblici, e di valutare davvero l’efficacia costi ambientali e benefici, misurabili in sicurezza di lavoro stabile, energia pulita, lotta agli sprechi e aumento di servizi e spazi sociali, muovendosi intorno a un progetto di sviluppo sostenibile e condiviso. Un progetto generale da studiare attentamente, e da discutere e sottoporre al giudizio della città, in modo trasparente e partecipato. Ogni variante al vecchio piano allontana da questi obbiettivi. Proponiamo una pausa di salvaguardia nelle trasformazioni urbane in attesa di una tempestiva adozione del PRG.
Livorno 13 ottobre 2011