lunedì 8 novembre 2010

SI all’ospedale nuovo in Viale Alfieri di Daria Faggi

SI all’ospedale nuovo in Viale Alfieri.

Concordo con il direttore del Tirreno: è vero, ci avviciniamo alla scadenza referendaria in un clima di preoccupante distrazione. Ma anche la stampa cittadina si è distratta più di una volta, visto che tra l’altro, si è lasciata sfuggire l’importate convegno sull’architettura ospedaliera, svoltosi recentemente a Livorno al Lem.
Per l’occasione l’ordine degli architetti di Livorno, ha messo a disposizione della città, relatori davvero competenti e relazioni documentatissime, per spiegare come devono essere progettati i nosocomi.
E stato ribadito più volte che le strutture ospedaliere sono così importati e centrali, per la vita di un territorio, da rendere imprescindibile un attento lavoro di pianificazione, affidato ad architetti e urbanisti.
Sindaco e assessori erano stati invitati, ma si sono defilati.
Eppure il convegno andava considerato come una occasione imperdibile, perché si è misurato con le più interessanti ipotesi e le più importanti realizzazioni di progettisti nazionali ed internazionali: sono state esaminate le più moderne proposte di organizzazione sanitaria, firmate da architetti del calibro di Le Corbusier (ospedale nuovo di Venezia) Renzo Piano ed altri.
E’ stato documentato tutto quello che si sarebbe dovuto fare, (e che a Livorno non è stato fatto!)
Mi permetto a margine di chiarire alcune questioni che temo non siano state ben comprese nella nostra città.
Il nuovo ospedale previsto a Montenero, così come quello che in precedenza era stato progettato per Viale Alfieri (vedi progetto Mariotti) sono stati concepiti come strutture ad alta intensità di cura, che prevede degenze assai brevi. Però in Viale Alfieri a differenza di Montenero era prevista anche una risposta adeguata al problema dell’invecchiamento della popolazione e alle sempre più frequenti malattie croniche ed invalidanti, e non solo il blocco per le malattie acute.
Era infatti previsto un padiglione per la riabilitazione e ben tre per la bassa intensità di cura da ricavare nel vecchio ospedale ristrutturato (con altri 200 posti letto in aggiunta ai 450).
Va inoltre confutato con decisione un equivoco pericoloso sulla presunta miglior fruibilità in assoluto di una struttura periferica.
Come è stato spiegato molto bene nel convegno, ogni delocalizzazione va attuata solo dopo adeguati studi di pianificazione: l’ideale è reperire un’area ben centrata nel territorio comunale e provinciale di utenza, area posta su assi di comunicazione principali aperti in tutte le direzioni.
E’ inoltre necessario avere a disposizione molto terreno in eccedenza per i futuri adeguamenti e ampliamenti.
Appare del tutto evidente anche ai profani che Montenero con corrisponde a queste indicazioni, trattandosi di un’area collinare assolutamente non centrale, mal servita da una rete viaria inadeguata e assai delicata dal punto di vista dei rischi idrogeologici.
A prescindere dal fatto che ci costa il doppio rispetto al previsto ospedale nuovo di Viale Alfieri: molto meglio allora l’attuale destinazione del PRG vigente.
In conclusione ci pare chiaro che il deficit di confronto e partecipazione è prima di tutto colpa dell’amministrazione comunale: apriamo un OPEN SPACE per mettere a confronto le diverse posizioni e smettiamola con questa fastidiosa comunicazione tra sordi, assai poco entusiasmante.

Daria Faggi
Osservatorio territoriale di urbanistica - Livorno

Livorno 5 novembre 2010

SUL REFERENDUM PER L'UBICAZIONE DI UN NUOVO OSPEDALE rompere il silenzio

SUL REFERENDUM PER L'UBICAZIONE DI UN NUOVO OSPEDALE
rompere il silenzio
Dobbiamo innanzitutto ringraziare il Tirreno per aver ricordato il referendum, imminente, quale momento, inusuale ma necessario, di partecipazione dei cittadini.
Non desidero entrare adesso nella polemica sul significato abrogativo o consultivo del quesito referendario, sottolineo solo che la lettera di tale quesito è chiaramente riferita ad un volontà abrogativa ( Vuoi abrogare la deliberazione ….?) , ma desidero sottolineare con forza che il referendum non è in alcun modo diretto a stabilire se sia necessario o meno costruire un ospedale nuovo, qualsiasi tentativo di dare tale senso al referendum è disonesto e del tutto estraneo al dibattito che si è sviluppato ( in modo più o meno “carsico” direbbe il Sindaco ) intorno all'argomento.
La questione oggi aperta è, in sintesi, solo questa : è urbanisticamente corretto e giustificato impegnare e ricoprire di asfalto e cemento circa venti ettari di superficie pedecollinare (Montenero basso) nonché modificare la destinazione d'uso di più di dieci ettari di aree centrali (l'attuale sede ospedaliera) e della maggior parte degli edifici destinati attualmente alle rete territoriale della salute , a cui si aggiungono i preziosi otto ettari della villa Rodocanacchi a Monterotondo, in contrasto con la pianificazione urbanistica vigente ed in assenza di un nuovo strumento urbanistico generale ?
Potremmo, come corollario, aggiungere che la parte migliore della disciplina urbanistica attuale tende a non consumare territorio, a recuperare e qualificare la città esistente, a tentare di soddisfare i fabbisogni di una popolazione in decrescita, a conservare e sviluppare gli spazi pubblici ed i servizi all'interno dell'esistente.
Appare inoltre scorretto trasformare il referendum in uno scontro tra partiti, che pure esiste ma che alla maggior parte dei cittadini livornesi non credo che in questa fase interessi, appiattendo il dibattito sulle dichiarazioni di questo o quel consigliere comunale o dirigente di partito.
Confrontiamoci sui dati e sui documenti.
Nell'accordo firmato da tutti gli enti ed istituzioni interessate si legge “ che per completare il processo di ristrutturazione in modo da raggiungere gli standard previsti dalla normativa di settore statale e regionale ….sarebbe necessario un ulteriore impegno finanziario pari a circa 66 milioni di euro, come si evince dallo specifico Piano Generale degli interventi 2008-2010 predisposto dalla Azienda USL 6 ed approvato con Determinazione del Direttore Generale n°952 del 14/11/2008 “
cioè con il cosiddetto “piano Mariotti” si sarebbe realizzato un nuovo ospedale nella sede attuale senza distruggere le nuove strutture realizzate negli ultimi dieci anni per cui sono stati già spesi circa 70 milioni di euro. Per il nuovo ospedale a Montenero serviranno invece almeno 267 milioni più quindici milioni per la viabilità, più circa venti ettari di terreno pubblico valutato, insufficientemente, 25 milioni di euro, gettando al vento le risorse fino ad oggi impiegate nella struttura esistente. Ci sono questi soldi ? No , per 40 milioni l'usl 6 dovrà contrarre un mutuo, per 137 milioni dovrà vendere gran parte dei propri immobili e terreni e per 81,5 milioni dovrà avvalersi di risorse private che dovranno essere adeguatamente remunerate, il costo del terreno verrà compensato demolendo l'attuale Pascoli e ristrutturando due vecchi padiglioni ospedalieri.
E perché per un un USL che comprende l'intera provincia e per un ospedale di interesse almeno provinciale non sono stati interessati anche gli altri comuni del territorio provinciale e gli oneri accessori sono solo a carico dei cittadini livornesi ? A chi conviene tutto ciò ?
Leonardo Bertelli architetto
Livorno 7 novembre 2010