sabato 6 novembre 2010

SI all’ospedale nuovo in Viale Alfieri di Daria Faggi

OSSERVATORIO TRASFORMAZIONI URBANE LIVORNESE

SI all’ospedale nuovo in Viale Alfieri.

Concordo con il direttore del Tirreno: è vero, ci avviciniamo alla scadenza referendaria in un clima di preoccupante distrazione. Ma anche la stampa cittadina si è distratta più di una volta, visto che tra l’altro, si è lasciata sfuggire l’importate convegno sull’architettura ospedaliera, svoltosi recentemente a Livorno al Lem.
Per l’occasione l’ordine degli architetti di Livorno, ha messo a disposizione della città, relatori davvero competenti e relazioni documentatissime, per spiegare come devono essere progettati i nosocomi.
E stato ribadito più volte che le strutture ospedaliere sono così importati e centrali, per la vita di un territorio, da rendere imprescindibile un attento lavoro di pianificazione, affidato ad architetti e urbanisti.
Sindaco e assessori erano stati invitati, ma si sono defilati.
Eppure il convegno andava considerato come una occasione imperdibile, perché si è misurato con le più interessanti ipotesi e le più importanti realizzazioni di progettisti nazionali ed internazionali: sono state esaminate le più moderne proposte di organizzazione sanitaria, firmate da architetti del calibro di Le Corbusier (ospedale nuovo di Venezia) Renzo Piano ed altri.
E’ stato documentato tutto quello che si sarebbe dovuto fare, (e che a Livorno non è stato fatto!)
Mi permetto a margine di chiarire alcune questioni che temo non siano state ben comprese nella nostra città.
Il nuovo ospedale previsto a Montenero, così come quello che in precedenza era stato progettato per Viale Alfieri (vedi progetto Mariotti) sono stati concepiti come strutture ad alta intensità di cura, che prevede degenze assai brevi. Però in Viale Alfieri a differenza di Montenero era prevista anche una risposta adeguata al problema dell’invecchiamento della popolazione e alle sempre più frequenti malattie croniche ed invalidanti, e non solo il blocco per le malattie acute.
Era infatti previsto un padiglione per la riabilitazione e ben tre per la bassa intensità di cura da ricavare nel vecchio ospedale ristrutturato (con altri 200 posti letto in aggiunta ai 450).
Va inoltre confutato con decisione un equivoco pericoloso sulla presunta miglior fruibilità in assoluto di una struttura periferica.
Come è stato spiegato molto bene nel convegno, ogni delocalizzazione va attuata solo dopo adeguati studi di pianificazione: l’ideale è reperire un’area ben centrata nel territorio comunale e provinciale di utenza, area posta su assi di comunicazione principali aperti in tutte le direzioni.
E’ inoltre necessario avere a disposizione molto terreno in eccedenza per i futuri adeguamenti e ampliamenti.
Appare del tutto evidente anche ai profani che Montenero con corrisponde a queste indicazioni, trattandosi di un’area collinare assolutamente non centrale, mal servita da una rete viaria inadeguata e assai delicata dal punto di vista dei rischi idrogeologici.
A prescindere dal fatto che ci costa il doppio rispetto al previsto ospedale nuovo di Viale Alfieri: molto meglio allora l’attuale destinazione del PRG vigente.
In conclusione ci pare chiaro che il deficit di confronto e partecipazione è prima di tutto colpa dell’amministrazione comunale: apriamo un OPEN SPACE per mettere a confronto le diverse posizioni e smettiamola con questa fastidiosa comunicazione tra sordi, assai poco entusiasmante.

Daria Faggi
Osservatorio territoriale di urbanistica - Livorno

Livorno 5 novembre 2010